Hotel Leonardo
Via Tavoleria, 17
Pisa
Ore 21 e 30
Caro Diario, stanotte non dormirò nella mia Roma.
Oggi è stata una giornata … Non riesco a trovare l’aggettivo adatto.
E siamo solo al primo giorno d’incarico!
Mammà.
Che, ho scritto di nuovo mammà?
Sì.
Che c’entri qui?
Io c’entro sempre.
Va’via, non è il momento.
No, non me ne vado.
Ma sei proprio una pizza!
Sei tu che mi hai chiamato, la pizza sei tu che mi chiami sempre quando hai bisogno d’aiuto.
Quale aiuto?
Che ne so io? Le grane te le becchi sempre tu.
Che palle, mammà. T’ho sempre nelle orecchie.
Se venivi in azienda qui da me t’avevo già sistemato, magari avevi pure rimediato qualcuno che conta, altro che quei 2 morti di fame che ti stanno appresso. Io mi sono fatta il mazzo, oggi sono donna manager tra maschi manager, quello che ho passato, altro che chiacchiere. Io ero pronta a tutto, volevo spianarti la strada, ti avrei fatto stendere davanti il tappetino rosso, ma no tu dura, non mi stai mai a sentire. Dopo un liceo brillantissimo potevi fare tutto, ti sei iscritta a psicologia dove ce ne sono tremila, poi sei andata a lavorare in un postaccio come Primavalle!...
Mammà, io sono come te! … L’indipendenza economica è la maturità sociale per l’uomo, ma soprattutto per la donna, abituata da secoli a posizioni di comoda sottomissione …
Dei meriti, devo averli, visto che alla Sapienza hanno pensato proprio a me per analizzare il comportamento sessuale delle studentesse universitarie fuori sede a Pisa.
Non riesco a immaginare chi possa avermi segnalato per questo progetto, a meno che … non sia stata proprio mammà … Lei sì che ne avrebbe le palle!
La mia prima impressione di Pisa? Un posto buono per dormire. Me l’’hanno detto, se speri di incontrare persone interessanti, di divertirti la sera … la gente ci va solo per studiare … No, decisamente, qui a nessuno interessa che tra un paio di mesi ci sarà un referendum sull’aborto, un referendum che potrebbe dare una svolta alla vita di tante donne!
Nessuno qui si cura delle signore delle 5. Quando si chiude la porta del consultorio, le donne si ricoverano alle 11 per ritrovarsi alle 17 sgravate di corpo non di coscienza. Sempre che non siano minorenni. Sempre che non siano già passati 90 giorni, se no per donne e operatori 3 anni a Rebibbia.
A Primavalle ne ho viste tante. Lavoratrici in odore di licenziamento se il padrone si accorge, bambine stuprate da padri e fratelli alle prese con un fardello più grande di loro, incomprensibile … Ah, dimenticavo, casalinghe con altri figli sul groppone, donne che non vogliono sentir parlare di pillola … mio marito, il prete dice che fa male alla salute.
Capisco, umanamente capisco, ma non approvo.
Insomma, oggi mi sono presentata alla prima delle Facoltà previste dall’indagine. Per affinità con Medicina La Sapienza ha stabilito di cominciare da Veterinaria. Alle 9, ora stabilita dall’Ateneo di Pisa, mi sono presentata in Via del Borghetto, dunque in perfetto orario, ci raccomandiamo signorina, puntualità serietà professionalità.
Calorosamente ho stretto la mano alla studentessa prescelta su centinaia di possibili candidate. Chissà perché, non è la prima volta che intervisto una ragazza, ma ora che stringo la mano a questa sento che succederà qualcosa, devo stare attenta a non farmi coinvolgere, qualunque cosa accada.
“Salve, Lei è Maddalena Marano?”
Tremando un po’, lei mi porge la lettera di convocazione.
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA
Gent. Sig. rina
MARANO MADDALENA
(n. matr. 7089245)
Da Ns. approfondite indagini Lei non risulta risiedere a Pisa, né presso la Casa dello Studente o Istituzioni similari.
Per tale motivo, su 379 candidate iscritte alla Facoltà di Veterinaria, Lei è stata selezionata per partecipare a un sondaggio d’importanza nazionale, condotto dalla dott.ssa Silvia D’Amico per conto dell’Università La Sapienza di Roma.
Presentarsi, giorno 15/03/1981, Aula 13 ore 9.00.
Vivamente raccomandate collaborazione e serietà.
Con distinta osservanza,
p.p. Il Rettore RANIERI FAVILLA
Ulderica Esposti
(Ulderica Esposti)
“Marano Maddalena sono io. Lei è …?”
“… Silvia D’Amico, la psicologa di Roma. Dammi pure del tu. Ho solo 30 anni. … Maddalena, ci prendiamo qualcosa in un posticino tranquillo?”
“A quest’ora i bar sono tutti vuoti. Se non ti secca fare un chilometro, ti porto alla Casa della Panna. Fanno una panna davvero speciale!”
“Okay, vada per la panna. Sono molto golosa anch’io!”
Siamo partite: Via del Borghetto, Lungarno Buozzi, Lungarno Mediceo, Piazza Garibaldi, Lungarno Pacinotti, Via Santa Maria, Via dei Mille.
Poco traffico, una passeggiata: è stato piacevole, mi ha parlato con entusiasmo delle sue origini, del suo mondo contadino, del suo mondo patriarcale. Tutto il tempo … mi è frullata in testa una domanda.
Davanti l’ingresso del bar mi sono fermata.
“Non entri?”
“Sì, certo, ma …”
“Ma? Non hai più voglia d’un bel po’ di panna?”
“Perché … se sei dell’Aquilano, sei salita fino a Pisa, quando Roma … sarebbe stata molto più vicina?”
“Roma? … che dici, che scherzi, io, in un bordello simile! … Io da sola! … I miei non avrebbero mai voluto!”
“Loro, forse! … Ma tu che volevi?”
Lei mi ha fulminato con un lampo risentito.
Nuvoloni sull’Appennino.
Cambiamo tattica. Presto, un obiettivo, un dettaglio insignificante. Per esempio ... un caffè.
“E’ meglio entrare! Vedo che ci sono tre tavolini liberi!”
In realtà ‘sta
CASA DELLA PANNA
DI PAOLO MARIANELLI
è una latteria ristrutturata prima a gelateria poi a bar. Data l’ora sfavorevole, il barista, un moretto della mia età, ci guarda incuriosito ma pieno di speranza. Poveraccio, dall’espressione non si direbbe esattamente un’aquila.
“Scusa scusa, non sono abituata a rispondere a domande tanto personali.”
“Devi abituarti all’idea che te ne farò molte altre, ancor più personali. Ma sta’ tranquilla, il tuo nome risulterà solo in archivio!”
“Sono salita a Pisa … perché si era già iscritto mio fratello e io l’ho raggiunto!”
“Ah, due anime in un nocciolo, fratello e sorella in simbiosi, CVD, … Così hai saltato l’ostacolo pure con la benedizione della tua famiglia! … Ma dimmi, lui … è sempre qui a Pisa, come si comporta, come si è comportato con te?”
Ci siamo sedute a un tavolino, Maddalena ha ordinato 2 caffè con la panna, tazze grandi.
“Bene, perché? Abbiamo sempre litigato poco noi due, ci basta un’occhiata per intenderci al volo! … No, ora non sta più con me, si è laureato, è sceso in Abruzzo definitivamente , fa il farmacista, dice che è contento.”
“Be’, io per rapporti con lui intendevo altro.”
“Cioè?”
Ho deviato lo sguardo per un attimo, affondando le mani in tasca.
Routine, routine.
Nulla d'interessante.
Cambiamo direzione.
“Nulla, non volevo dire nulla.”
Non è rimasta convinta, ha affondato la testa in un mare di panna.
“E ora vivi … sola?”
Mezzo sorriso.
“Eh no!”
“Stai con un’amica, allora!”
Mi fissa come un animale raro.
Che ho chiesto, la mia è una domanda più che naturale.
Abbassa lo sguardo, lo rialza.
Riecco il lampo risentito. Poi, un sorriso amaro.
“Macché amica! … Non mi fido più delle donne! … Ho trovato la soluzione, io vivo con un ragazzo!”
Per poco non mi è caduto il cucchiaino in terra.
“Un ragazzo? Vivi con un ragazzo?”
Miracolo, oppure … !
“Sì, perché? Guarda che i miei lo sanno! … Io gli racconto tutto … o quasi!”
Colgo la palla al balzo.
“Quel quasi … cos’è, Maddalena?”
Silenzio.
“Perché non ti fidi più delle donne?”
Silenzio.
Avvicino la mano alla sua, gliela sfioro. E’ tutta sudata. Al mio contatto Maddalena ritrae la mano schifata.
La mano sudata …
Ho fondati sospetti.
Nei suoi occhi incupiti rivive un incubo, un incubo che io riconosco. Lei e … no, non il ragazzo misterioso di cui mi occuperò domani, forse.
“Maddalena, quand’è successo?”
Fronte imperlata.
“Successo cosa?”
Occhi in basso.
Cucchiaino in terra. Cuore a terra.
“Non fingere con me, ho capito tutto. Quand’è che quella ragazza ha … abusato di te? Getta la maschera!”
Trattenendo il respiro, lei continua a guardare per terra.
Silenzio.
Una lacrima.
Cazzo, che caso! E sono solo all’inizio! E io che credevo di annoiarmi! E il bello deve ancora venire!
Sono già sulle montagne russe!
SILVIA
43 commenti:
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