domenica 27 maggio 2007
Gustavo: Ottava Parte
Ingegneria: Al bar
Ora di Chiusura
Strano fatto, mi è successo stamani. Sì, proprio qui, al bar di facoltà.
Di solito ci sto fisso tutte le mattine, non ci penso neanche ad andare a lezione, mi importa una sega.
Tanto io posso pagare, e bene, lo sanno tutti. Tanto io trovo sempre chi mi passa gli appunti o i libri. Tanto io sono intelligente, mi diverto a pigliare più di quelli che me li hanno venduti. Dopo l’esame brucio tutto in un gran falò sulla spiaggia.
Sono quel gran ganzo di Guido Cappagli, Civile al quart’anno, ho tante qualità io.
Quando tutti gli altri studenti vanno a sentire gentaglia tipo Lazzarino, io invece faccio venire qua qualche bimbetto delle superiori, pagano bene, ovviamente fanno forca per me. D’altra parte, qualcuno gli deve pur insegnare che non si può avere tutto, in tasca paghetta più che discreta, nello zaino compiti di matematica più che perfetti e libretto delle giustifiche intonso.
Star qui al bar d’Ingegneria è vantaggioso, anche perché posso tener d’occhio qualche fia di molto interessante, anche se qua purtroppo sono di molto rare, i nostri prof le fanno scappare tutte a Lingue o a Lettere. Peccato, perché Via Santa Maria è a un chilometro, io sono troppo pigro per fare a piedi anche dugento metri. Se qualcuno mi ci portasse …. Vengo sempre col treno, Ingegneria è proprio di fronte a San Rossore, venire da Livorno con la spider mi rompe, è nova, me la possono sciupare, da queste parti è un casino trovare parcheggio, c’è anche la concorrenza del Santa Chiara, accidenti a chi costruisce gli ospedali in centro. Mi sa che dovrò aspettare sabato sera per rimorchiare qualche bonona a San Vincenzo. O forse è meglio rimediare al Frumpy qualche budellino, basta che non mi lasci a casa la pillola, ci mancherebbe anche il pargolo!
Comunque, comunque.
Stamani quello spilungone del Lavorini (si chiama Gustavo, non posso farci nulla, ha un nome che mi fa schiantare, ma dove cazzo li vanno a trovare) si avvicina al mio tavolo e mi allunga un baby appena preso al banco. Lui intanto beve il suo.
“Oh che fai, te, trinchi di mattina anche te? Io credevo che tu ciucciassi solo latte annacquato, bianchino come sei! Ti ci vorrebbe un po’ il sole dell’Ardenza!”
E gli scoppio a ridere in faccia.
Per un po’ lui mi guarda torvo, mentre mi scolo il baby, poi quella domanda:
“Sei tu Guido … l’esperto amatore?”
“Come hai detto?”
E gli riscoppio a ridere in faccia.
“Sì, certo che sono io, mi chiamano così? … Digli che per loquela sono rimasti all’Ottocento! Anzi … digli che mentre loro andavano col Manzoni a risciacquare i panni in Arno, nel frattempo io gli trombavo le donne, a tutti quanti!”
Lui si rifà un po’ torvo, poi:
“Senti … io ti posso pagare … non so ancora come … ma che vuoi, non so come fare con una donna … non l’ho mai fatto!”
“E ci credo, con codesta faccia da funerale, con codesto nome! … Le fai scappare tutte!”
“Ma … una ragazza … ci sarebbe …”
“Ci sarebbe … o c’è? … La conosco? … ‘Sta faccenda si fa interessante, di molto interessante. … Una donna di già per le mani è sempre meglio che faticare a trovarla! … Meglio ancora è se poi mi paghi … Accetto, dimmi tutto!”
“E’ Maddalena, la mia compagna d’appartamento …”
“Cosa? … Vivi sotto lo stesso tetto con 'sta fia e non te la sei ancora scopata? Sei matto, a quest’ora penserà che tu sei finocchio! … Ma da quanto state insieme?”
“Da novembre.”
“Da novembre? … Allora sei finocchio davvero! Stammi lontano!”
Fo per alzarmi.
Lui mi trattiene.
“No, Maddalena non è come le altre …”
“Storie! … Tutte le donne sono uguali!”
“Lei no! … M’ha sbandierato una lettera, in cui un prete dichiara che è assolutamente vergine!”
“Coosa? Ma siamo matti? Roba da Medioevo! … Ma di dov’è, codesta, toscana no di certo!”
“E’ abruzzese, della provincia dell’Aquila!”
“E’ meridionale, e ti pareva! … Fin da piccina gli hanno insegnato che a un omo si dice sì dopo averne detto un altro davanti a tutto il paesello! … Comunque, sotto sotto è una donna anche lei! … Mi pare di vederla, ‘sta verginella! … Facci caso la prossima volta che la incontri, guarda come ride: ha gli occhi tristi! … Perché stanotte Gustavo non mi dai un colpetto … non ti garbo proprio punto … non ci vede nessuno … chi se ne frega del prete!”
“Allora … c’è speranza?”
“Speranza c’è sempre, poi mi stanno sul cazzo le vergini dichiarate, loro e la loro boria! … Immagino che se la tiri parecchio anche lei! … L’ape dalle ali d’oro!”
“Indovinato! … Mi comanda a bacchetta!”
“Sì, eh? … Vedrai che dopo averlo sentito la prima volta diventerà dolcissima, anzi se la trombi bene non te la staccherai più di dosso, sempre che se lo meriti!”
“Ma insomma, per portarla a letto, cosa dovrei fare? … Tu che fai Civile …quanto hai preso a Disegno?”
“Ventotto. … Ma che c'entra?”
“Insomma … mi disegni 3 o 4 posizioni nobili?”
“Ehi, ferma il ciuco. Una così non te la puoi scopare a bischero sciolto! … Fossi in te, visto che puoi cucinartela per benino, il sabato, anche questo sabato, portala fuori.”
“Cinema o discoteca?”
“Per codesto osso duro … direi cinema … Film strappalacrime, mi raccomando, dove alla fine muore lui o lei. … Stalle accanto, non perderti neanche una mossa, neanche un sospiro. … Al minimo cedimento, parti all’attacco! Sparale la lingua nel gargarozzo, con l’indice caramellale un capezzolo … Al buio ogni manovra sarà consentita!”
“Davvero? … Sei sicuro?”
“Se un sabato non ti basta, rifallo il sabato dopo, finché … a casa completerete l’opera! … Oh, mi raccomando, la prima volta, vacci piano! … E mettiti il preservativo!”
“Sì, ma come cazzo mi devo mettere a letto?”
Sospiro, che pazienza mi ci vole.
“Vuoi i disegni?”
“Sono qui per questo!”
Porto sempre con me dei fogli e la roba per disegnare, meno male.
“Lei com’è?”
“E’ piccolina ... un bel culo … puppe a pera … tanti ricci castani!”
E sul momento gli sbozzo 2 posizioni nobili, lui e lei insieme.
Alla fine resto stupito di me stesso. Se anche non mi dovessi laureare, potrei sempre darmi ai fumetti porno: lingua di fuori, occhi di fuori, lui si è toccato tutto il tempo.
“Solo 2, me ne hai fatte? … Te ne avevo chieste 3 o 4!”
“Ti assicuro che dopo queste 2
1) o sei spompato
2) o lei ti chiede un bis
3) o lei te ne propone una nuova.”
mercoledì 23 maggio 2007
Gustavo: Settima Parte
Fine febbraio ’81
Università: Andata
Via, ora sono a posto con la società: ho finito gli esami del biennio. Come tutti gli studenti iscritti a facoltà bestiali, finora potevo essere un fallito condannato a cambiare o a smettere. Ora no, appartengo a un’altra categoria, sono iscritto nell’olimpo dei possibili ingegneracci. Gente seria, quadrata, con le palle, dice il babbo, altro che quei quattro scalmanati che nel ‘77 facevano casino per le strade di Bologna! … Gli esami del triennio ti caricano a mille, fanno di te un vero uomo. E allora, su da bravi, avanti, tutti in fila a studiare Elettrotecnica, Macchine o Tecnologia Meccanica!
Lavorini Gustavo, ora puoi essere veramente fiero di te!
Invece.
… Divento matto! Mi hanno fatto il lavaggio del cervello!
… Voglio carne subito, a colazione, merenda, pranzo e cena, in tutte le salse possibili e immaginabili! …
Terzo. Lo dico?
E’ un segreto inconfessabile … ma è vero … tanto chi mi sente?
Da qualche giorno …
Ovunque vada, pure quando mi scontro col ghigno di Lazzarino occhi di bragia, mi perseguita … Maddalena! …
Ho perso l’innocenza!
E’la fine!
Com’è successo?
Non quella volta che in mezzo alla mia roba da lavare ho pescato un paio di mutandine.
Non quella volta che lei ha capito all’improvviso una barzelletta che le avevano raccontato ore prima e mi si è buttata addosso, scusa scusa sono inciampata.
Non quella volta che lei si è rovesciata la zuppa sulla maglietta, sei un gran pasticcione, e se l’è strappata di dosso esibendo un paio di puppe di tutto rispetto.
Ma no, la verità è molto, molto più semplice!
Tutta indaffarata tutta sudata, lei rumava la polenda, come sempre io le stavo dietro, pronto a darle una mano. All’improvviso s’è chinata a raccattare non so che, siamo alle solite, finisco per fare sempre tutto io. E’ allora che per un tempo indefinito (4 o 5 secondi) mi ha strusciato il sedere su una gamba. Lei non ha fatto una piega, almeno credo, invece io ho fatto un presentatarm immediato. Mi sono subito girato dall’altra parte, perché non scoprisse la mia erezione, ma da allora non ho perso di vista quel bel didietro, che da mesi mi era stato sbandierato impunemente.
Maddalena, sei una bambolina, ma c’hai un culo ragguardevole!
Strizzami, strizzami, lui mi ripete di continuo, sono di pasta soda, come quelli d’una volta, hanno buttato via lo stampo, non mi ha mai assaggiato nessuno, ti aspetto da novembre! … E il babbo al telefono a ripetermi eh sì lo devo ammettere da quando stai con quel terrone sei di molto migliorato, comportati bene con lui, mi garberebbe proprio conoscerlo, la Giuliana dice che dev’esser di molto ganzo!
Ganzo, altro che ganzo!
Maddalena, dovevi toccare proprio a me, che non so dove mettere le mani per non ritrovarmi 4 dita rosse stampate sul viso? Invece, potevi essere un po’ vergine e un po’ troia, a comando? … Una botta in bocca, una botta lì … a quest’ora mi sarei levato lo sfizio!
Invece … sei una gran marescialla, una generalessa in carriera, me lo pesteresti se portassi i tacchi a spillo, saresti peggio dell’SS, povero cazzo mio, e io non voglio!
No! Non voglio cascarci!
Non voglio che mi succeda come al babbo …
… piantato per un vedovo con tre figli!
E quella Giuliana, ora! Comanda in casa nostra! Mi tocca, mi sposta la roba! …
Che schifo!
Non mi voglio sporcare!
Non mi voglio far castrare!
Non voglio una donna, voglio solo un culo … come e quando lo decido io!
Fine febbraio ’81
Università: Ritorno
Non vuoi darmi la carne, Maddalena?
Ora ti sistemo io! …
Sulla strada di casa è da un pezzo che ho fatto caso a un ristorante.
Il Lucido, si chiama. Strano come nome. Chissà a che si riferisce.
Io certo sono molto distratto, ma è impossibile ignorare quelle enormi vetrate sormontate da archi a forma di grotta. Sulle vetrate, sparse alla rinfusa, foto di personaggi famosi, evidentemente soddisfatti del locale. Fra questi, Massimo Ranieri.
Rose rosse per te …
Altro che rose spedirei al tuo indirizzo, Maddalena!
A proposito, è un po’ che ‘sto cantante è sparito dalla circolazione, chissà che fine ha fatto.
Spero che non c’entri il ristorante!
Guarda caso, oggi ho un po’ di quattrini in tasca, al massimo mi chiederanno trentamila lire, praticamente una dispensa fotocopiata e rilegata alla meglio, ma non m’importa, ho troppa voglia di una bella fiorentina!
Via, finalmente siamo in Borgostretto! Ora
- attraversare la strada
- procedere a diritto, passando a fianco della Goliardica (lato sinistro)
- percorrere 30 metri.
Dall’altra parte della strada ci sarà … Il Lucido!
Guardo da vicino Massimo Ranieri che mi sorride.
“Guaglio’, vvie’ qqua. Garantisco io, Gianni Calone, napoletano verace!”
Sorridendo anch’io, metto la mano sulla maniglia.
Apro la porta.
Len-ta-men-te.
E …
Dentro, luce minima. Aria gelida, anche per febbraio!
Tutto si sfuoca, sparisce. Gli occhi volano fuori dalle orbite. Qualcosa mi afferra la testa mi guarda dentro mi studia mi rivolta come un guanto!
La mano resta incollata alla maniglia. Il freddo aumenta all’impossibile!
D’improvviso, il gelo s’incazza, se la piglia con me. Mi butta all’indietro. Mi scaraventa fuori dal locale.
Torno in me, gli occhi ancora nella testa, la mano ancora sulla maniglia.
La porta, chiusa.
L’ho aperta?
Vacillo. Mi appoggio a una vetrata.
Ora non mi va proprio di rispondere alla domanda.
Entrerò dal primo macellaio che trovo. Affonderò i denti in un quarto di bue sanguinolento.
martedì 22 maggio 2007
Gustavo: Terza Parte
Ore 4 e 5
Suonano, io apro. Guardo alla mia altezza, in qua e in là: nessuno. Un po’ innervosito, un po’ deluso, richiudo. Avranno sbagliato.
Suonano un’altra volta.
Riapro, un po’ incazzato.
“Ma chi è che rompe a quest’ora?”
“Mi fai entrare?”
Squillante inatteso, il timbro mi fa spiccare un salto, tragicamente mi rispondo da solo prima di pormi la domanda. Abbasso la testa e purtroppo … vedo proprio … una ragazza. Un luicchio pieno di ricci castani, occhi vispi, gote rosse, niente trucco. Accanto a lei, in terra, un borsone nero, unto e bisunto, quasi più grande di lei. Forse lì dentro c’é … un cadavere.
“Ciao. Mi fai entrare?”
Pure un forte accento meridionale: è una terrona!
“Sono per la casa. Mi chiamo Maddalena.” sorride lei. “Fo il quarto di Veterinaria. E te, Gustavo?” Ed entra, trascinando faticosamente il borsone.
“Io il terzo d’Ingegneria.”
“Eh! … Buona!”
Lei si chiude con cura la porta alle spalle, si fa il giro delle stanze senza essere invitata. Quando scorge le tendine e i ricami, ridacchia scuotendo la testa. Nel frattempo, io non riesco a deglutire un groppo troppo grosso per la mia gola: provo a scuotermi di dosso la risposta che mi tormenta con tanta violenza. Non posso farci niente. Mi vengono le lacrime agli occhi.
“Tuo fratello … tuo fratello non poteva venire e ha mandato … te?”
Lampo candido. Lampo malandrino.
“Mio fratello? ... Quale fratello? … Domenico il farmacista, Antonio o Giovanni gli zappatori? Son 3 … scegli un po’ te!”
Braccia distese lungo i fianchi, io resto lì, come un bischero.
“Ho capito … Dimmelo. Non ti sto bene perché … son donna o perché sono … abruzzese?”
“Ma io …”
Volevo dire … intendevo … cercavo che diamine un ragazzo, meglio se toscano o del Nord!
“Se non ti sto bene come donna, hai proprio ragione, sappi che di questi tempi le donne mi stanno proprio sul cazzo, anche se non ce l’ho, le ammazzerei proprio, sono sempre pronte a mettertelo di dietro, anche se non ce l’hanno! …”
Io trasecolo.
“Se ero del Nord, bionda, occhi azzurri, 1 e 90, ti stavo bene, vero? … Sono una terrona, è vero, e allora? … Non vado in giro a scippare i vecchi o a rubare le autoradio dalle macchine! … Vengo da un ambiente sano, io! … Sono qua solo per studiare! … Ma dì la verità. Non sarà che … hai paura di metterti … una serpe in seno?”
E ride.
Una serpe in seno, una serpe in seno, ripeto io come un automa.
Sono una farfalla inchiodata al muro.
Lei ride, senza essere invitata si mette a sedere.
Devo proprio sembrare un gran baccalà.
“Son di Cocullo, Cocullo! … Cocullo, il paese dei serpari! … I serpari, hai capito bene! … Ma come, non ne hai mai sentito parlare, ce n’è uno anche nella Fiaccola sotto il Moggio!”
“Quella di D’Annunzio?”
“Quale sennò? … Quanto ci avevi a italiano, 5?”
“No, che hai capito, al liceo ho studiato D’Annunzio come tutti, ma codesto libro, non l’ho mai letto!”
Improvvisamente, lei cambia espressione. Sul viso, cent’ombre.
“Insomma, mi pigli o no?”
“No!” ma mi pento subito di averglielo detto. Non so perché.
Lei fissa il borsone.
“Vediamo, vediamo, che posso fare per convincerti che sono okay?”
E dal borsone tira fuori una busta aperta, spiegazzata, un po’ ingiallita. Me la porge, io la prendo, ne cavo un foglio, mi metto gli occhiali e leggo:
OGGETTO: dichiarazione
DESTINATARIO: CHIUNQUE INTERESSATO
Con la presente il sottoscritto, don Salvatore Esposito, di professione parroco da anni no 23 c/o S. Maria delle Grazie, sita in Pescina (AQ),
DICHIARA
che in data odierna da approfondito esame la signorina Marano Maddalena, la cui famiglia conosco da generazioni no 2, risulta assolutamente vergine.
In fede,
(don) Salvatore Esposito
Lì, Cocullo, 15/07/1977
Ho finito di leggere, le rendo la lettera. E a me?
Occhi fuori dalle orbite, lei mi fissa. Non è possibile, stavolta la raccomandazione non ha funzionato!
Devo tentare un’altra carta, pensa lei, devo prendere tempo, devo assolutamente prendere questa casa.
“Certo … la lettera è di 3 anni fa, ma quello che ci è scritto, te l’assicuro, è sempre vero … non sono venuta a fare la zoccola, mi bastava scendere a Pescara … Se non credi a don Salvatore, ecco quello che ti convincerà!”
E dal borsone tira fuori il libretto blu fiammante. Sono tutt’occhi. Lo apre, lo spiega sul tavolo come un messale.
Scorro scritte, voti, firme: un 25, e poi una sfilza di 27 e di 28! … Mai visto nulla di simile: io, invece! … Non so quanti siano gli esami a Veterinaria, una trentina forse, mi sa che ‘sta terrona è pure in pari! …
La guardo con tanto d’occhi. Beata lei, ma come fa!…
“Bella roba, eh, lustrati gli occhi! … Scommetto che tu invece hai dei problemi, e belli grossi, si vede lontano un miglio! …”
“Ma come fai! Quanto studi te, tutto il giorno?”
“Macché! … Il giusto!”
“Io invece studio studio, ma poi …” e fo il gesto con la mano, non combino nulla.
“Passione! Passione ci vuole, anche per zappare i campi gelati d’inverno e tirar su le bestie quando son malate! … I miei sono contadini, la terra è sempre troppo bassa, direbbero loro, ma ci si abitua volentieri, se il campo è tuo … Se hai un uccello in mano e non lo spiumi... perdi l'uccello e perdi la fortuna!”
E d’improvviso, mentre parla così a ruota libera, provo una sensazione molto strana: tutto quanto la circonda si sfuoca, sparisce. … Lei mi pare, mi pare … la regina della stanza, no … di più, la legittima sovrana di tutto l’appartamento … è come se … ci fosse sempre stata … decisamente io sono quello fuori posto.
Lampo malandrino.
“Cambiato idea? … Sì? … Mi pigli?”
Mi fissa un attimo. Trionfante, torna a sorridere.
“Vedrai, s’andrà d’accordo! … La sera ti farò anche da mangiare, cucinare mi garba, ci sono abituata, capirai, fin da bambina con tutti quei fratelli, insegnerò anche a te! … Frutta, verdura, uova e caciotte del nostro, vino e olio buoni, mica la roba che ti appioppano nelle botteghe, niente concimi chimici, niente conservanti! … L’unica cosa … scusa … sono vegetariana … no non faccio la dieta … c’è una ragione … no non sono malata … ma forse una volta alla settimana potrei anche farti una bisteccona, di quelle che vendono al Superal, vuol dire che girerò la testa da un’altra parte quando te la preparo!”
Annuisco, indicando la cucina, con un gesto le chiedo se vuole qualcosa.
Lei fa un cenno, no grazie.
Poi mi blocco.
“Ma la padrona che dirà, che penserà!”
“Di lei non ti preoccupare, dopo andrò a parlarle, dovremo metterci d’accordo anche sul prezzo. So io cosa dirle! …”
Di certo, le parole non ti mancano.
“L’indirizzo, ce l’hai? Dammelo.”
“Eccolo qua” le porgo un pezzo di carta tutto scarabocchiato “C’è tutto, anche il numero di telefono.”
D’improvviso, lei me lo strappa di mano. Mi fissa con un’espressione … Mi spaventa.
Tremando tutta, mi punta contro l’indice.
“Ma tu … ma tu … non provare mai per nessuna ragione al mondo … a entrarmi in camera o nel bagno quando ci sono io, capito? … Intesi, eh! … Ricordati che ho 3 fratelli, uno t’avvelena, gli altri ti danno di forcone!”
Ora è tutta scarmigliata, ora il rosso delle gote le brucia tutto il viso. Se gli occhi sparassero, mi farebbero fuori all’istante.
Mi guardo in qua e in là: per fortuna non ci sente nessuno.
“No no, ma che scherzi, che dici, sta’ calma, sta’ calma, io sono un bravissimo ragazzo!”
Allora, così come è scoppiata, la tempesta cessa di colpo. Lei si ricompone, sistema un po’ meglio il borsone, mi borbotta un ci si vede presto ciao, ed esce.
E’ uscita.
Chiudo la porta. Per un po’, resto lì, tutto rimbischerito. Poi, mi riprendo.
Certo che sono un bravo ragazzo, Maddalena.
Io, con te, in camera … in bagno … che dici … non saprei neanche come fare!
Gustavo: Sesta Parte
Pensieri notturni
Maddalena sovrintende, Maddalena assiste, Maddalena cucina, Maddalena mi fa cucinare, Maddalena mi comanda a bacchetta. Guarda come faccio io, ora prova te, è facile, ti fa bene usare le mani ogni tanto, ti distrae, dice lei, concentrati, non fare casino.
Son io … o non più io … Non mi riconosco più … Anche i pochi che mi conoscono in facoltà mi riconoscono a stento.
In 3 mesi ho dato Fisica 2 (24) e Meccanica Razionale (26, il mio record) … Sono diventato un secchione, ho dato il sangue. Ieri mi sono pesato in Piazza delle Vettovaglie: ho perso 10 chili, svanisco a vista d’occhio …Quando il babbo mi vede, ormai torno poco a casa, ci sta fissa la Giuliana, lui mi chiede ma sei sicuro di mangiare come si deve almeno una volta al giorno … e io, ovviamente, babbo che dici che scherzi, ti pare che me lo scordo … e lui di rimando ma che tipo è il ragazzo con cui stai, che fa, ti dà dei problemi, e io sudori freddi bé c’è poco da dire, è abruzzese, gli garbano tanto le bestie, studia sodo.
Mica posso dire al babbo come stanno davvero le cose … mi sveglio di notte dalla fame che mi ritrovo e urlo … Quel che mi preoccupa di più, ora come ora, no non è Lazzarino, è vero, prima o poi mi ritoccherà incontrarlo dall’altra parte della barricata … mi preoccupa il fatto che domani, come oggi, come ieri, troneggerà sulla tavola un pentolone pieno di
ZUPPA DI CARDI
PER 6 PERSONE
INGREDIENTI Q.TA'
Cardi 1,200 Kg.
Olio d'oliva q.b.
Brodo vegetale 1,500 l.
Vino bianco secco q. b.
Conserva di pomodoro q. b.
Uova 3
Limone q. b.
Pane secco 150 g.
Sale q. b.
Pecorino grattugiato 260 g.
Farina q. b.
ESECUZIONE
Pela i cardi, elimina le costole esterne più dure, stacca le costole tenere, leva i filamenti e tagliale a pezzetti. Lessale al dente in acqua acidulata col succo di un limone. Scolali e mettili da parte. Prepara polpettine con 200 g. di pecorino grattugiato, 1 cucchiaio di farina, 2 uova e 1 pizzico di sale. Innaffia con 1 bicchiere di vino bianco secco, lascialo evaporare e aggiungi i cardi lessati. Diluisci la conserva di pomodoro con 2 cucchiai di acqua calda e aggiungila ai cardi. Versa il brodo caldo, aggiungi le polpettine e cuoci a fuoco lento per 20 minuti senza coperchio. Passa il pane tagliato a dadini nell'uovo sbattuto e rosolalo con un po’ di olio. Servi la zuppa sui crostini di pane e aggiungi il pecorino grattugiato.
Grazie a uno fuori corso, abruzzese anche lui, ho scoperto che ‘sto brodo dev’essere di carne, altro che vegetale! Come se non bastasse, ci vorrebbe della roba che ho sempre bollato troiaio, e ora invece me la sogno: le rigaglie di pollo. Se penso poi che non c’è polpetta senza carne di vitellone macinata, mi metto a urlare!
Oppure, peggio ancora, per 2 giorni (a pranzo e a cena) mi ritroverò nel piatto
CICORIA CON CACIO E UOVA
PER 4 PERSONE
INGREDIENTI Q. TA'
Brodo vegetale 1,200 l.
Cicoria 500 g.
Pecorino grattugiato 50 g.
Carote 2
Cipolle 2
Sedano q. b.
Prezzemolo q. b.
Olio E.V. d'oliva q. b.
Uova 2
Sale q. b
ESECUZIONE
Lava bene la cicoria (foglie piccole), e lessala in acqua salata. Scolala bene e mettila da parte. Nella pentola con il brodo, aggiungi le carote, una cipolla, una costa di sedano, e un ciuffo di prezzemolo, il tutto tritato fino, e metti sul fuoco moderato. Prepara un battuto con la cipolla e rosolalo in un tegame con un po’ d’olio. Strizza bene la cicoria, tagliuzzala e aggiungila al soffritto. In un recipiente, sbatti le uova, aggiungi il pecorino e la cicoria ripassata e versaci il brodo bollente. Mescola e servi.
Qui invece Maddalena ci ha levato il brodo di carne e pure il lardo per il soffritto, t’immagini quanto starebbe bene con ‘sto cazzo di cicoria il lardo di Colonnata? … Macché, figuriamoci, guai a toccarlo, povero maialino … povero … me! … Lazzarino, dove sei?
Gustavo: Quinta Parte
POSTE ITALIANE T E L E G R A M M A
Cognome e Nome Marano Giuseppe
Via/Piazza/N. Civ. Via degli Orti, 5
CAP/Città 67030 Cocullo (AQ)
Casa vecchia via trovata nuova ingegnere dentro
Firma …………. Maddalena Marano
Cognome e Nome Marano Maddalena
Via/Piazza/N. Civ. Piazza San Francesco, 2
CAP/Città 56100 Pisa (PI)
Metà novembre ’80 + 3
POSTE ITALIANE T E L E G R A M M A
Cognome e Nome Marano Maddalena
Via/Piazza/N. Civ. Piazza San Francesco, n. 2
CAP/Città 56100 Pisa (PI)
Tripp’e panze ogni pajiese n’usanze. Faccia tosct’ lu monn’è nosctre
Firma ……… Marano Giuseppe
Cognome Nome Marano Giuseppe
Via/Piazza/N. Civ. Via degli Orti, 5
CAP/Città 67030 Cocullo (AQ)
Gustavo: Quarta Parte
Ore 5 e 5
"Dev’essere proprio bravo, ‘sto Gustavo! Tante ragazze vengono a cercar marito, ci farebbero su un pensierino fin dall’inizio, non se lo farebbero scappare! Io invece … mi voglio laureare, e alla svelta! Ora come ora, meno resto a Pisa, meglio è! … Voglio tornare al mio paese! Macché cani, macché gatti di grassi borghesi divoratori di carne! Polli, bestiame, voglio! … Ci vorrebbe ora anche … la stupida storia d’amore! … Certo, quando l’ho visto alla mensa … quando ha messo l’ultimo annuncio in bacheca … mi ha fatto una gran pena, del resto anch’io stavo da cani, ero lì, lui non se n’è accorto, naturalmente, pensava ai cavoli suoi. ... Quando l’ho sentito tirare su col naso, mi sono fatta forza, ho alzato gli occhi e in quel momento al di sotto degli occhiali gli è gocciolato un lacrimone, sembrava che quella lacrima cercasse proprio me. Ho pensato perché no, ‘sto tizio dev’essere bravo, c’è da fidarsi, lo sento, non è uno stronzo, io ho troppo bisogno di una casa come la sua, io non posso certamente tornare là, io non ho scelta. … Certo, ho telefonato dal bar per camuffare la voce, sennò era subito picche! … Spero, spero che Mimmo non venga mai a sapere quel che è successo, sennò piglia di corsa un treno, sale a Pisa e la strozza con le sue mani, quella troia, quella …! … Lo conosco troppo bene, lui, ha 2 anni più di me ma siamo gemelli, ci legano troppi piccoli grandi segreti. … Quella volta che giocammo a carte nel pagliaio, non l’ha mai saputo nessuno! … La mamma ci cercava ci chiamava ci urlava che non stava bene maschio e femmina sempre insieme, noi non si capiva perché, quella volta ci cercò dappertutto, prese il muro a pugni, si rise come pazzi! … Ora c’è da risolvere il problema della signora, anzi la pa-dro-na, come la chiama Gustavo, è proprio buffo quand’è tutto ossequi. … Padrona, mia, no di certo! … Noi Marano siamo gente di rispetto, i campi son nostri, niente padroni! I cani, ce l’hanno! … A questa, sarà facile parlare, ho avuto culo! … Se mi dà l’okay subito, allora va bene, tutto a posto, ti do qualcosa in più, senza soldi non si canta messa, olio e vino del nostro, se invece ti garbano solo quelli del Superal, ti porto altri quattrini, i soldi non hanno odore né sapore, mi raccomando non dir nulla a lui, non deve saper nulla. Se invece lei è una che rompe … una che scuote la testa … una che dice no no no … maschio e femmina, non sta bene, non se ne parla neanche … so io che dire io, mani ai fianchi, alla madama. Signora cara, credi che non sappia che sono tutte quelle tendine e tutti quei ricami, che riempiono la casa? Te lo dico io! … Quando ero piccina, la domenica si andava tutti alla messa, sull’uscio della chiesa gli uomini si fermavano, anche mio padre, e parlavano piano di una casa misteriosa, la casa delle Belle Donne. ... Io non ci sono mai entrata, là dentro! … La mamma si segnava in fretta, quando ne sentiva parlare, Gesù mio, diceva, Santa Maddalena pensaci tu, ma anche chi non c’era mai stato sapeva chi ci stava e anche com’era fatta la casa. Vuoi sapere che c’era dentro? … Lo sai benissimo! Tendine, ricami, a sciupio! ... Concludi un po’ te, hai preso ‘sta casetta, volevi farne un casino piccino tanto tanto carino, e ti sei ritrovata per le mani un bidone colossale. Clienti, pochini! … Gli studenti di fuori sono tutti con le pezze al culo, tra tasse, tra libri, tra una sigaretta e una canna, chissà perché poi hanno anche il vizio di mangiare tutti i giorni! … Allora furba che sono ci levo le ragazze e ci metto dentro due studentelli, che vuoi che s’intendan loro di tendine e di ricami! … Al tuo posto, avrei riempito tutto di fotocopiatrici, l’avrei messe anche al cesso, tempo tre anni mi sarei comprata una villa a Pescara, anzi tre, e chi s’e visto s’è visto! … Invece te, furba che sei, t’ha scoperto una cittola! … Allora, la vuoi una bella denuncia alla Buon Costume? … No? ... Certo, potrei anche star anche zitta, che c’entra Gustavo, tienilo fuori da ‘sta storia, starò zitta con chi sai bene te. Allora, mi piglia? … Sì? … Lo sapevo io che con le buone si ottiene tutto! ... Curioso, è buffo, cammina cammina, ragionando fra me e me … sono giusto arrivata alla soglia della matressa. Ora suono.”
Gustavo: Seconda Parte
<< Zona Tribunale. Miniappartamento luminosissimo, arredo carino, ottimo stato, camera singola offresi. Buon prezzo, da concordare di persona. Cercasi pulito, ordinato, non casinista. No fumo. No amici rompi. No donne e/o affini. Meglio se t’intendi di cucina. Gustavo, telefono …. Io ceno 8 - 8 e 30.>>
Sono 3 mesi che ho affisso quest’annuncio preparato con tanto amore e non capisco perché non si sia fatto ancora vivo nessuno. Ho quasi perso la speranza. Eppure, la mensa qui a Pisa è molto frequentata, per 400 lire ci vengono anche pensionati con la minima e zingari.
Ogni 2 o 3 giorni vengo qua non per mangiare (il solo odore del troiaio che rifilano mi fa correre al cesso), ma per controllare se qualcuno ha lasciato un nome, un recapito. Invece, mi tocca sempre sostituire l’annuncio con un altro, perché ci scrivono sporche calunnie. A volte ci appiccicano rigatoni intrisi di quel sugaccio o ci attaccano con lo scotch mozziconi tutti ciucciati e preservativi, credo.
Possibile che tutti gli altri studenti siano venuti solo a fare i cretini? Io studio ingegneria meccanica che è un vero casino, i prof quando ci guardano in faccia ghignano, ci danno i voti col contagocce, sono tutti stronzi, li conoscono anche alla NASA, dove li chiamano per consulenze. Come Lazzarino lazzarone che mi ha buttato fuori 10 minuti dopo avermi fatto sedere.
"Mi sono informato. Fa' Ingegneria a Pisa. A Firenze c'é solo il biennio, non sono punto seri. Se vai a Pisa, magari ti fai il culo, ma il giorno dopo la laurea trovo lavoro nel Nord, un lavoro vero, pagato bene. ... Lettere, Filosofia, che spiegano! Vuoi fare il professore o il ferroviere come me?... Lo Stato è un buon padrone, ma paga poco! Lo diceva anche mio nonno casellante a mio padre macchinista!"
Così, quella metà d’agosto, quando tutti erano al mare, mi iscrissi alla Facoltà di Ingegneria Meccanica a Pisa per la gioia di grandi e piccini. Il primo anno, non lo so neanch’io come, partii in quarta: senza prendere voti eccelsi, rimasi in pari facendo avanti e indietro col treno. Il secondo frequentai tutto l’anno, risicando solo un 22 a settembre e un 19 a marzo, poi fallimento totale con Lazzarino. Inutile, dovevo fermarmi per forza.
"Se per la casa hai bisogno di soldi, chiedimeli pure, te li do volentieri, è un investimento, sei mio figlio. non devi cercare un lavoretto chissà dove, chissà da chi, ti sfrutteranno, finirai per fare solo quello! ... Lo dice anche la Giuliana!"
Ho staccato il foglietto, ho chiamato il numero, ho parlato con la padrona …
"… Signora, se vuole referenze …"
"… Hai detto che tuo padre lavora in ferrovia? Sicché guadagna ogni 27 che Dio comanda … Via via, che aspetto, do la casa a te … chissà se gli altri pagherebbero per 2 o 3 anni … presentati domani alle 10. Piazza San Francesco numero …"
lI giorno dopo, ore 9 e 58. Suono il campanello di Piazza San Francesco.
In tasca, un pacco di soldi, pesano maledettamente, non ci sono abituato. Addosso, giacca e pantaloni seminuovi, sono quelli con cui mio padre si è sposato.
"Mettiteli, figliolo, fanno colpo sulle donne. E' così che ho conquistato la Giuliana! ... Ah, mi raccomando, non ti scordare la gardenia, una gardenia bianca come il latte!"
Chissà perché, quando la signora ha aperto la porta, invece non ha apprezzato. Forse è allergica alle gardenie. Ha tirato su col naso, si è accesa una sigaretta e mi ha squadrato da capo a piedi. Grassa, truccatissima, in là con gli anni, con la pappagorgia che le ballonzola di continuo, ansima come un mantice. In braccio, un cagnolino bianco con un fiocco rosso che lei stringe stringe, mi sa che lo vuole soffocare.
"Sei quello per la casa! ... Entra!"
Sono entrato. In 2 minuti ho dato una sbirciata alle stanze (2 camerette, 1 cucina abitabile, 1 servizio). In tutto il tempo mi son chiesto ma questa dove l’ho già vista … a chi somiglia … al Dottor No di Adolfo Celi no, e poi quello del film doveva essere un gatto non un cane, macché è Crudelia De Mon in persona, anche lei fuma come un turco, mangia cani a colazione e ha gli stessi capelli mezzo brizzolati!
"Ti garba qui?"
"E' bellino."
E’ vero, ora che riguardo meglio questo posto, devo ammettere che è tenuto piuttosto bene, anche se di tutte ‘ste tendine e ‘sti ricami francamente farei a meno, che spiegano, portano un sacco di polvere.
"Allora, intesi ... tre mesi anticipati, prego!
In un attimo, 2 mesate di meno sul bilancio familiare!
Mi cadono le braccia. Abbasso lo sguardo.
"Se quel che chiedo ti sembra troppo anche per tuo padre, puoi sempre fare a metà con un altro. Ma sta' attento a chi mi ci metti dentro! ... Se mi sfasciate la casa, vi butto fuori il giorno dopo, ricordati che non figurate da nessuna parte!"
Così, al terzo anno, per disperazione per la prima volta sono andato alla mensa e ci ho lasciato l’annuncio, il primo di una serie lunga lunga. Aspetta e spera.
Ma oggi … da lontano … ho intravisto qualcosa di nuovo … non le solite offese, non le solite schifezze … qualcuno, qualcuno ha scritto due righe e sotto … un numero di telefono. Tutto emozionato, mi metto gli occhiali che uso per studiare, prendiamo coraggio e leggiamo:
<<E' un po' che ci penso, spero di non arrivare tardi, mi piace troppo la zona. Sei serio, anch'io non scherzo. Stessa lunghezza d'onda. Ti chiamo io, se posso anche stasera stessa. Il mio numero è ...>
… Finalmente stasera è ora, guardo l’orologio, è l’8 e 2, sono seduto accanto al telefono. Sono tutto agitato, oggi non sono riuscito né a studiare né a mangiare.
L’8 e 3. Tele….fono!
Mano famelica, orecchio famelico, cuore famelico.
<"Pronto! ... Sei tu? ... Che è 'sto rumore di fondo? ... Che dici? ... Non ti sento! ... Ah, sei già a Pisa, chiami da un bar, non hai il telefono ... eh sì a quest'ora c'é sempre gente ... No, io non vado mai al bar la sera ... dopo l'università qualche volta vado alla Casa della Panna ... ah mi telefoni proprio da lì, abbiamo gli stessi gusti, fanno una panna davvero speciale, buona anche la crema ... allora quando vieni a vedere la casa ... ora no? ... Ah non esci mai la sera se non per un bisogno ... meglio, mi garbi! ... Allora facciamo domani alle 4. Ti sta bene? ... Sì? ... Allora t'aspetto. Piazza San Francesco numero ... Ci si vede domani, ciao."
Tremando tutto, depongo la cornetta.
E’ troppo bello per essere vero!
Gustavo: Prima Parte
Scrivete un dialogo fra 2 uomini (in inglese non in italiano).
Così sulla lavagna, 3 secondi dopo sul foglio di noi 27. Manca solo il Gatti, il figlio del bidello, sta nella scuola, ci avrei scommesso, anche oggi non gli ha suonato la sveglia.
Scrivete un dialogo fra 2 uomini.
Fra due uomini? Ma io, col babbo, manco ci parlo! E anche con gli altri mi ci vuole! Con le bimbe poi, stendiamo pure un velo pietoso ...
Ma quella lì ci potrebbe dare un compito normale, che so io, grammatica o letteratura, come fanno tutti gli altri prof d’inglese? Mi riempirei calzini e mutande di bigliettini, e invece no! … Noi si fa la Quarta C e ci s’ha la Chiocciolina!
Così ora tutti e 27 siamo qui a masticar penne, a buttar giù parole, non le nostre, insomma ci si deve inventare ‘sto dialogo del cazzo entro 50 minuti, anzi ormai 40, perché è 25 alle 9 e la prof è appena arrivata. Chiocciolina non solo per il ritardo fisso alla prima ora del martedì, quando ci fissa il compito, viene da Firenze col treno, i treni figurati se sono in orario anche per sbaglio, non è colpa mia se ha trovato un fesso a Firenze, no non può essere normale uno che si chiama Chiocciora, quasi quasi oggi gli faccio uno scherzo al telefono. Dopo Acquafredda Celeste, dopo Culò Benedetto, dopo Del Tomba Fortunato, dopo Pantera Rosa, soprattutto dopo Vera Crema in Frigo, la mia passione.
Insomma, ritardo sicuro come il mercato del giovedì e la faccia di Bernacca prima di cena.
D’improvviso, calcione sotto la sedia, mano molliccia sulla spalla. Ecco il rompiscatole del Vitali, ne sentivo proprio la mancanza. Gli altri fanno finta di nulla, la prof fa finta di nulla, è figlio di un albergatore molto conosciuto da noi, lui.
“Fammi copiare, Gustavino pane-vino, giù, fa’ il bravino!” insinua lui.
“Non posso, non ho scritto ancora nulla, non mi viene niente, piglio 2, sicuro.”
E gli sventolo davanti il foglio ancora vergine, non si sa mai.
“Giù ‘sto foglio!”
Eseguo, mi adeguo.
”Brutto finocchio, uno come te che non si vede mai in giro con una ragazza non può essere che finocchio, finocchio marcio fino al midollo, sta’ attento quando vai in centro perché ti fo seguire da chi so io. Mi fai schifo, specie quando abbozzi codesto sorriso e biascichi le parole. Dici che non ti riesce, dici sempre così e poi pigli 8, come minimo. Mi doveva coprire la visuale proprio uno stronzo come te?”
“Vitali, ora esageri!”
Oh, finalmente, tracce di sangue nella nostra!
“Ke-ep si-lent, please!” sibila lei.
Tutti scoppiano a ridere. Io no, non ci penso neanche.
“Ke-ep si-lent, please!” con tutta la voce in corpo, gli occhi fuori delle orbite. Batte l’indice sul suo orologio.
Tutti guardano il loro orologio, tutti tacciono. Il cuore cade in fondo ai piedi.
“Cazzo, mancano 20 minuti! Che scrivo ora?”
Soli contro il mondo!
Io solo contro il mondo!
All’improvviso mi sento … strano … neanch’io saprei dire come sto … Anche stavolta … la penna andrà da sé … la mia buona stella … mi salveràààààààààààààààààààààà!
Dialogo fra 2 uomini
(Uomo anziano) <Che stai facendo con quel fucile? Mettilo via!
(Uomo giovane) <Mi sembra chiaro! Voglio uccidermi! Non me lo impedirai!
(Uomo anziano) <Sono tuo padre! Ti voglio bene!
(Uomo giovane) <Anche se sei mio padre, non ne posso più della vita!
(Uomo anziano) <Perché sei stanco della vita? Sei sempre giovane!
(Uomo giovane) <Sono affari miei!
(Uomo anziano) <Devi dirmelo!>
(Uomo giovane) <Be' ... Ricordi quando le ragazze più belle mi cercavano per i miei capelli ricci, per i miei occhi verde bottiglia? Be' ... allora le prendevo e le buttavo via.
(Uomo anziano) <Cos'è successo? cosa ti ha cambiato?
(Uomo giovane) <Ho trovato una ragazza brutta, ma furba. Tutti i miei amici ridevano di lei. All'inizio anch'io ridevo di lei, come tutti. Poi mi sono innamorato come un cretino e ci ho messo un sacco per portarla a letto.
(Uomo anziano) <Mi sembra normale. Quand'ero giovane ...
(Uomo giovane) <Ho firmato molti assegni ...
(Uomo anziano) <Ed è sparita ...
(Uomo giovane) <Ha portato via tutto ...
(Uomo anziano) <E' normale, figlio mio.
(Uomo giovane) <Ha voluto anche casa tua.
(Uomo anziano) <Cos'hai detto? La casa?
(Uomo giovane) <Sì, hai capito bene. Dovrai lasciare la casa dove sei nato.
(Uomo anziano) <Cos'hai fatto? Dovevi parlarmi prima di firmare.
(Uomo giovane) <E' tardi!
(Uomo anziano) <Devo reagire, devo cavarmela, come sempre!
(Uomo giovane) <Che vuoi fare?
(Uomo anziano) <Qualcosa inventerò.... Ma tu non ucciderti.
(Uomo giovane) <Ci penserò. E' presto per dirlo!
Che … che è stato?
Campanella!
Consegno, consegno e basta!
Fine febbraio ‘77
Sabato dopo.
Sul luogo del delitto è tornato il foglio. Prima, la sentenza:
Come sempre, mi sono divertita. Potresti avere un futuro come scrittore. Pensaci. F. C.
Sotto,
9!