martedì 22 maggio 2007

Gustavo: Seconda Parte

Metà novembre ‘80

<< Zona Tribunale. Miniappartamento luminosissimo, arredo carino, ottimo stato, camera singola offresi. Buon prezzo, da concordare di persona. Cercasi pulito, ordinato, non casinista. No fumo. No amici rompi. No donne e/o affini. Meglio se t’intendi di cucina. Gustavo, telefono …. Io ceno 8 - 8 e 30.>>

Sono 3 mesi che ho affisso quest’annuncio preparato con tanto amore e non capisco perché non si sia fatto ancora vivo nessuno. Ho quasi perso la speranza. Eppure, la mensa qui a Pisa è molto frequentata, per 400 lire ci vengono anche pensionati con la minima e zingari.
Ogni 2 o 3 giorni vengo qua non per mangiare (il solo odore del troiaio che rifilano mi fa correre al cesso), ma per controllare se qualcuno ha lasciato un nome, un recapito. Invece, mi tocca sempre sostituire l’annuncio con un altro, perché ci scrivono sporche calunnie. A volte ci appiccicano rigatoni intrisi di quel sugaccio o ci attaccano con lo scotch mozziconi tutti ciucciati e preservativi, credo.
Possibile che tutti gli altri studenti siano venuti solo a fare i cretini? Io studio ingegneria meccanica che è un vero casino, i prof quando ci guardano in faccia ghignano, ci danno i voti col contagocce, sono tutti stronzi, li conoscono anche alla NASA, dove li chiamano per consulenze. Come Lazzarino lazzarone che mi ha buttato fuori 10 minuti dopo avermi fatto sedere.
"Mi sono informato. Fa' Ingegneria a Pisa. A Firenze c'é solo il biennio, non sono punto seri. Se vai a Pisa, magari ti fai il culo, ma il giorno dopo la laurea trovo lavoro nel Nord, un lavoro vero, pagato bene. ... Lettere, Filosofia, che spiegano! Vuoi fare il professore o il ferroviere come me?... Lo Stato è un buon padrone, ma paga poco! Lo diceva anche mio nonno casellante a mio padre macchinista!"
Di solito, il babbo non è un chiacchierone, a qualcuno dovrò pur somigliare, ma il giorno della maturità l’emozione gli sciolse la lingua. Era stato zitto fino a quel momento, gli avevo sempre chiesto poco e quel poco lui me l’aveva concesso. Non avevo la minima idea che avesse dei progetti su di me, né tanto meno mi ero accorto che frequentasse una certa Giuliana, anche lei ferroviera, che mi presentò quella sera stessa al ristorante.
Così, quella metà d’agosto, quando tutti erano al mare, mi iscrissi alla Facoltà di Ingegneria Meccanica a Pisa per la gioia di grandi e piccini. Il primo anno, non lo so neanch’io come, partii in quarta: senza prendere voti eccelsi, rimasi in pari facendo avanti e indietro col treno. Il secondo frequentai tutto l’anno, risicando solo un 22 a settembre e un 19 a marzo, poi fallimento totale con Lazzarino. Inutile, dovevo fermarmi per forza.
"Se per la casa hai bisogno di soldi, chiedimeli pure, te li do volentieri, è un investimento, sei mio figlio. non devi cercare un lavoretto chissà dove, chissà da chi, ti sfrutteranno, finirai per fare solo quello! ... Lo dice anche la Giuliana!"
Per fortuna, ho trovato l’appartamento quasi subito: come tanti altri l’annuncio era affisso in segreteria, ma lui sembrava dire proprio a me pigliami pigliami, ti risolverò tutti i problemi! …
Ho staccato il foglietto, ho chiamato il numero, ho parlato con la padrona …
"… Signora, se vuole referenze …"
"… Hai detto che tuo padre lavora in ferrovia? Sicché guadagna ogni 27 che Dio comanda … Via via, che aspetto, do la casa a te … chissà se gli altri pagherebbero per 2 o 3 anni … presentati domani alle 10. Piazza San Francesco numero …"
lI giorno dopo, ore 9 e 58. Suono il campanello di Piazza San Francesco.
In tasca, un pacco di soldi, pesano maledettamente, non ci sono abituato. Addosso, giacca e pantaloni seminuovi, sono quelli con cui mio padre si è sposato.
"Mettiteli, figliolo, fanno colpo sulle donne. E' così che ho conquistato la Giuliana! ... Ah, mi raccomando, non ti scordare la gardenia, una gardenia bianca come il latte!"
Chissà perché, quando la signora ha aperto la porta, invece non ha apprezzato. Forse è allergica alle gardenie. Ha tirato su col naso, si è accesa una sigaretta e mi ha squadrato da capo a piedi. Grassa, truccatissima, in là con gli anni, con la pappagorgia che le ballonzola di continuo, ansima come un mantice. In braccio, un cagnolino bianco con un fiocco rosso che lei stringe stringe, mi sa che lo vuole soffocare.
"Sei quello per la casa! ... Entra!"
Sono entrato. In 2 minuti ho dato una sbirciata alle stanze (2 camerette, 1 cucina abitabile, 1 servizio). In tutto il tempo mi son chiesto ma questa dove l’ho già vista … a chi somiglia … al Dottor No di Adolfo Celi no, e poi quello del film doveva essere un gatto non un cane, macché è Crudelia De Mon in persona, anche lei fuma come un turco, mangia cani a colazione e ha gli stessi capelli mezzo brizzolati!
"Ti garba qui?">
"E' bellino."
E’ vero, ora che riguardo meglio questo posto, devo ammettere che è tenuto piuttosto bene, anche se di tutte ‘ste tendine e ‘sti ricami francamente farei a meno, che spiegano, portano un sacco di polvere.
"Allora, intesi ... tre mesi anticipati, prego!"
In un attimo, 2 mesate di meno sul bilancio familiare!
Mi cadono le braccia. Abbasso lo sguardo.
"Se quel che chiedo ti sembra troppo anche per tuo padre, puoi sempre fare a metà con un altro. Ma sta' attento a chi mi ci metti dentro! ... Se mi sfasciate la casa, vi butto fuori il giorno dopo, ricordati che non figurate da nessuna parte!"
Così, al terzo anno, per disperazione per la prima volta sono andato alla mensa e ci ho lasciato l’annuncio, il primo di una serie lunga lunga. Aspetta e spera.
Ma oggi … da lontano … ho intravisto qualcosa di nuovo … non le solite offese, non le solite schifezze … qualcuno, qualcuno ha scritto due righe e sotto … un numero di telefono. Tutto emozionato, mi metto gli occhiali che uso per studiare, prendiamo coraggio e leggiamo:

<<E' un po' che ci penso, spero di non arrivare tardi, mi piace troppo la zona. Sei serio, anch'io non scherzo. Stessa lunghezza d'onda. Ti chiamo io, se posso anche stasera stessa. Il mio numero è ...>>

… Finalmente stasera è ora, guardo l’orologio, è l’8 e 2, sono seduto accanto al telefono. Sono tutto agitato, oggi non sono riuscito né a studiare né a mangiare.
L’8 e 3. Tele….fono!
Mano famelica, orecchio famelico, cuore famelico.
<"Pronto! ... Sei tu? ... Che è 'sto rumore di fondo? ... Che dici? ... Non ti sento! ... Ah, sei già a Pisa, chiami da un bar, non hai il telefono ... eh sì a quest'ora c'é sempre gente ... No, io non vado mai al bar la sera ... dopo l'università qualche volta vado alla Casa della Panna ... ah mi telefoni proprio da lì, abbiamo gli stessi gusti, fanno una panna davvero speciale, buona anche la crema ... allora quando vieni a vedere la casa ... ora no? ... Ah non esci mai la sera se non per un bisogno ... meglio, mi garbi! ... Allora facciamo domani alle 4. Ti sta bene? ... Sì? ... Allora t'aspetto. Piazza San Francesco numero ... Ci si vede domani, ciao."
Tremando tutto, depongo la cornetta.
E’ troppo bello per essere vero!

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